#Unuomoperbene @3chevedonoilrE
Dario, Simona, Brigitte, Andrea, Enzo, Laura, Susanna, Nico, Renato, Enrico, Marco, Tiziano, Francesco, Lorenzo, Marcello, Giovanni, Roberto, Maurizio, Serafino, Gengis Khan, Beppe, Stella.
22 nomi che nascono per esigenza, anche di metrica, e forniscono un volto immaginario ad uso e consumo dell’ascoltatore e ritornano maggiore forza al tema che unisce le tracce del loro nuovo album.
I 3chevedonoilrE pubblicano con questo presupposto “Un uomo perbene” la cui uscita è stata accompaganta dalla pubblicazione del singolo “hanno arrestato Simona“.
“Un uomo perbene” parla di responsabilità: per la politica, per la società , nei confronti della famiglia, della legge , dell’amore e, perché no, del fare il proprio lavoro di musicisti.
I 3chevedonoilrE vivono così, una stagione nuova che è nata dalla volontà di fare le cose per bene e di entrare in uno studio di registrazione con tutti i crismi per incidere un album che non esitano, comunque, a definire sofferto.
Per saperne di più abbiamo raggiunto il batterista della band, Andrea Martella. Ne è nata una intervista Vis-à–vis.
Perché tanti nomi? Ogni riferimento a nomi e persone è del tutto voluto?
I 22 nomi vengono fuori prevalentemente per motivi di metrica e ogni riferimento a persone e cose è puramente casuale e lasciato alla libera interpretazione di chi lo ascolta.
E’ un album che ad ascoltarlo bene ritorna un mix di influenze?
Diciamo che certe influenze sono decisamente incosce e a chi ci dice “che assomigliamo a…” non possiamo che andarne fieri. Abbiamo un bassista che è quasi un tastierista e ciascuno di noi ha davanti ai propri occhi i riferimenti alla musica che ha argomentato un certo tipo di rock. Da Jaco Pastorius ai Krim Krimson, da Peter Gabriel a Bono degli U2. Certe influenze escono fuori al momento giusto un po’ come nel teatro dove la regia è frutto di un apprendimento delle cose che sono piaciute.
Chi vi viene ad ascoltare dal vivo cosa vede?
I 3chevedonoilrE mischiano il teatro, la performance. Noi tutti crediamo che la musica sia qualcosa che debba andare oltre la tecnica privata sullo strumento: c’è lo show l’aspetto performativo, emotivo. I Pink Floyd ci hanno insegnato che nello spettacolo ci sono anche le luci. Gli Who l’aspetto dello show: chi tirava il microfono e poi lo riprendeva, chi suonava la chiatarra e faceva l’arco con la mano e la batteria era più viva che mai. Per noi il rock è questo.
Regia dell’essenza della performance del teatro messa dentro la musica?
Decisamente sì. Anche se il nostro non è il teatro canzone di Gaber. Ogni canzone evoca una macchietta. Zappis quando canta in ogni canzone interpreta un personaggio sempre diverso. Quando suoniamo, insomma, non siamo mai noi stessi e ogni riferimento a persone e cose da noi citate è puramente voluto poiché lasciato alla libera interpretazione di chi ci ascolta. Ad esempio, Dario può essere tuo fratello, Simona una persona che hai appena incontrato per strada. Anche i 3chevedonoilrE non siamo noi. Noi siamo i 3 che vedono il re . Siamo personaggi anche noi .
“Un uomo perbene” messo a confronto con il disco precedente ha cambiato il vostro modo di suonare la musica?
A livello di sonorità è un classico secondo disco in cui c’è una maggiore omogeneità al suo interno e nel quale sentiamo di aver fatto un ulteriore passo in avanti. Si sente, ascoltandolo che è tutta farina dello stesso sacco.
Quando siete entrati nello studio sapevate cosa sarebbe venuto fuori?
A monte abbiamo fatto tutto un lavoro complesso. Era per noi importante entrare in studio con le idee chiare. Anche perché era la prima volta che registravamo in uno studio di tutto punto. E registrare un disco costa.
La registrazione ci ha richiesto 5 giorni di impegno costante e molte delle tracce contenute in “Un uomo perbene” sono il frutto di provini già esistenti fin dai tempi de “La baracca di latta ” … “scende la mia mano sulla tua mano” o “nella testa mi gira un taxi” provengono da provini che, col tempo, hanno trovato il modo di essere trasformati in canzone… quasi magicamente.
Come gruppo c’è una cosa che vi imponete di non fare mai?
Cedere al fascino della soluzione più semplice. Ci muoviamo sempre verso la ricerca di strade alternative, non sempre facili.
C’è una canzone più sofferta di altre?
Sono tutte sofferte
Cosa le ha fatte uscire dal cassetto?
La testardaggine di tre e poi quattro persone che a 41 anni hanno ancora la voglia di buttarsi in mezzo alla mischia e non si sono mai scoraggiate anche nei momenti no nei quali si suonava davanti a 30 persone ed era complicato ricavare degli spazi per esibirsi. Anche nel fare concorsi.
E…
E veniteci a vedere dal vivo perché ci dicono che dal vivo rendiamo cinquecentomila volte di più rispetto al disco. Il disco si avvicina di più rispetto a quello che facciamo dal vivo
di Giovanni Pirri
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I 3chevedonoilrE sono
Zappis: voce, tastiere e percussioni
Mr Falda: basso, tastiere, chitarra acustica e voci
Luca Balestrieri: chitarre e cori
Andrea Martella: batteria
Ecco la tracklist di Un Uomo Perbene
1. Dario
2. Nella Testa Mi Gira Un Tassì
3. Enzo
4. Scende La Mia Mano Sulla Tua Mano
5. Largo Al Giovane
6. Per Arrivare A 6
7. Sacra Immagine
8. Hanno Arrestato Simona
9. Non Voglio Avere Figli
10. Lascia Andare
I 3chevedonoilrE prossimamente LIVE
| venerdì11 settembre – StarEandare Festival @ Parco della Verna – Roma |
| sabato 12 settembre – Semifinali per il MEI – Roma |
| sabato 17 ottobre – Contestaccio – Roma |
[tube]https://www.youtube.com/watch?v=bTHmLZTx6nc[/tube]
https://www.youtube.com/watch?v=bTHmLZTx6nc
Per acquistare l’album
https://itunes.apple.com/it/album/un-uomo-perbene/id995287711
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