Si accende la Tv, si ascoltano le canzoni, si scaricano i dischi e infine, appuntamento all’anno successivo come se nulla fosse stato, perché di Sanremo, tempo sei mesi non ti ricordi più chi ha vinto, chi ha partecipato, chi ha gridato allo scandalo, chi al miracolo.
In genere è questo che avviene, ogni anno con il Festival di Sanremo, che attraverso il tempo viaggia e condiziona opinioni, accende interrogativi, fazioni tra i Guelfi e i Ghibellini del momento: anche se non si sa mai bene chi abbia torto o ragione, perché nel festival di Sanremo, non si sa mai chi abbia reale potere, chi lo subisca, chi tiri i fili, chi, invece, sia in grado di tagliarli pur sapendo di cadere a terra e chi sa di avere la forza adeguata per restare, nonostante tutto, in piedi.
Vieni a scoprire, così, che il festival non sono solo canzonette ma, dietro, c’è un Universo che esalta,da una parte, gli artisti che lo animano, le case discografiche che lo supportano e, dall’altra, mina diritti, affievolisce speranze convincendoti che sia importante scendere e mettersi in moto per rivendicare i propri diritti, di autore o di artista. Scegliendo, perché no, la forma della petizione.
Una petizione alla quale hanno già aderito tantissimi autori e cantanti italiani, da Tony Renis a Luca Barbarossa, da Gianni Bella a Zibba da Ornella Vanoni a Loredana Bertè: e se qualcosa si sta muovendo con tanta enfasi vuol dire che qualcosa di grave sta accadendo. Il problema è che le persone comuni sono le ultime a saperlo.
Per venerdì 31 marzo a Milano, è convocata tutta la stampa nazionale per una conferenza sui generis. Al centro del dibattito ci sarà l’“appello” degli artisti MOGOL, MARIO LAVEZZI E FRANCO MUSSIDA i quali hanno dato il via ad una vera e propria PETIZIONE per la modifica del regolamento del prossimo Festival Di Sanremo perché venga restituito il giusto risalto sia agli interpreti che alle canzoni, affinché possano tornare protagonisti della manifestazione canora italiana per eccellenza.
Si riaccendono, quindi, i riflettori sul festival che, in passato, ai tempi dei Sanremi Baudiani, aveva già visto scendere sul palco dell’Ariston Mogol per chiedere il rispetto dei diritti connessi agli autori delle Canzoni del Festival, sottolineando che il Festival da tempo immemore era e doveva continuare a ruotare attorno alla Canzone Italiana e non tanto ai suoi interpreti.
di Giovanni Pirri